
Quando Yamaha ha progettato il T-Max 560, ha creato un prodotto eccellente: non stupisce che abbia riscosso così tanto successo tra gli amanti dei maxi scooter. Il T-Max, infatti, è un best seller tra le due ruote della casa di Iwata, ed è tra i più diffusi sulle strade del nostro paese.
Migliorare ulteriormente il lavoro degli ingegneri giapponesi non è cosa facile, per riuscirci è necessario rivolgere la propria attenzione a particolari considerati marginali, come i manicotti di collegamento tra l’airbox e i corpi farfallati dell’iniezione elettronica.
Almeno, è questo che noi abbiamo fatto.
Sacrificare potenza? Anche no.
Ottimizzare il passaggio d’aria fra l’airbox e i corpi farfallati contribuisce a una migliore resa del motore. Questo comporta, però, una serie di studi fluidodinamici che partono dall’analisi empirica al CFD (Computational Fluid Dynamics) stazionario, seguita da prove pratiche al banco dinamometrico.
Spesso, in questo genere di studi, ci si presenta davanti il classico problema della “coperta corta”: per ottenere un miglioramento agli alti regimi, si deve sacrificare la “schiena” a quelli intermedi. Ecco perché, in un primo step, abbiamo scartato un prototipo che permetteva sì un aumento consistente della potenza in alto, ma che “svuotava” la curva di coppia a metà contagiri.
In Malossi siamo perciò partiti dal prototipo meno “estremo”, sul quale i nostri ingegneri hanno determinato la configurazione migliore dal punto di vista del coefficiente di efflusso attraverso, appunto, l’analisi CFD stazionaria.
Ti chiedi cosa sia l’analisi CFD stazionaria? Si tratta di uno studio che analizza il comportamento dei fluidi in condizioni di flusso costante. Con questo strumento, si parte dal concetto che tutte le variabili – come temperatura, velocità e pressione – rimangano invariate nel tempo.
In parole povere, il CFD stazionario simula l’utilizzo del prodotto in condizioni “ideali”, per comprendere come si comporteranno i fluidi all’interno del condotto.
Malossi batte l’originale (e la concorrenza)
Per quanto empirica, l’analisi CFD ci ha fornito informazioni utili per arrivare al prototipo finale: un manicotto dalla forma che privilegiasse un andamento più lineare e meno arcuato del condotto, con la ricerca delle massime prestazioni agli alti regimi, minimizzando le perdite di carico.
E quale materiale avremmo potuto scegliere per la realizzazione, se non l’FKM?
Conosciuto anche come fluoroelastomero, l’FKM è noto per l’estrema resistenza agli agenti chimici (come gli idrocarburi), alle alte temperature e al deterioramento nel tempo.
Il manicotto di aspirazione per T-Max 560 codice 0519910 deve supportare vibrazioni costanti e intense. Ecco perché abbiamo optato per una durezza SHORE A 75, ovvero un perfetto connubio tra le caratteristiche di resistenza richieste e quelle di flessibilità. In più, le nervature di cui è dotato il manicotto Malossi contribuiscono a mantenere la forma sotto carico e assorbire impatti e pressioni evitando crepe o rotture.
Ora provate a indovinare di che colore abbiamo deciso di produrre i nostri manicotti in FKM? Rosso Malossi, che domande!
Perché scegliere il manicotto di aspirazione per T-Max 560 Malossi
Il manicotto Malossi codice 0519910 migliora le prestazioni dei motori T-Max stock, ma si esprime al meglio su motori che utilizzano scarichi modificati – come Malossi Wild Lion – e filtri aria più performanti – per esempio il nostro W BOX codice 1419312B – perché ottimizza il sistema di aspirazione alle modifiche sul mezzo.
Armatevi e partite, quindi: adesso sapete cosa fare per rendere i vostri T-Max più ruggenti che mai!
